Apr 14, 2018 in Società
Ribelli per amore

Vogliamo pubblicare il bellissimo intervento di Don Francesco in occasione della veglia in suffragio del nostro Gigi di venerdì sera:

Monsignor Barbareschi ha scritto un libro, che proprio in questi giorni è stato rieditato, dal titolo “RIBELLI PER AMORE”. In questo testo, oltre che essere narrate le vicende di don Gnocchi in tempo di guerra, sono descritte le grandi imprese della testimonianza portate da altri sacerdoti che nel tempo della resistenza si sono dati da fare, senza stancarsi mai di portare avanti la testimonianza del Signore. Tra questi proprio don Zoja, fondatore della nostra società sportiva, è definito così: ribelle per amore. Perché la ribellione è sana se ciò che compiamo lo facciamo per amore. Per amore di Dio e per amore del prossimo…e mi piace pensare che tutti coloro che fanno parte di questa società, che giocano e allenano su questo campo o sul campo del Cielo siano uniti insieme dal fatto di essere tutti ribelli per amore. Ribelli sul campo, perché uno sportivo ci tiene a vivere insieme agli altri la sua ribellione, il suo entusiasmo…con forza e tenacia portare avanti i grandi ideali che dal gioco ci mostrano com’è possibile amare per davvero.Lo sportivo è quello che ci mostra come il bene del prossimo passi attraverso la grinta che ci fa restare perseveranti “nella corsa”, in una corsa che possiamo vivere nello sport, che possiamo sostenere per gli altri che in questo momento sono chiamati a correre. Una corsa che è la corsa della fede, perché nei momenti in cui ci disponiamo costanti d’animo, questa gara può andare avanti. “Correte anche voi in modo da conquistare il premio”, così san Paolo dice ai Corinzi nella sua prima lettera, così, fratelli e sorelle qui riuniti, facciamo entrare nella nostra vita questa testimonianza. Il premio della felicità eterna è qualcosa che da questo campo è possibile conquistare, il premio della pace eterna lo si può ottenere vivendo in ogni momento questa stessa vita. Vivere la carità, vivere l’amore, non mostrandosi come il migliore, ma continuare ad aiutare il prossimo avendo a cuore quello stesso sentimento che è del Signore, che ci fa arrivare a donarci a tutti, stando spesso nel nascondimento. Carissimi, questa testimonianza io, personalmente, nel nostro fratello Luigi l’ho trovata: la testimonianza di chi in tutto e per tutto ha donato la sua vita per i fratelli, spendendo e sprecando il proprio tempo e le proprie energie per il bene degli altri, per l’educazione dei ragazzi e, facendo così, ha mostrato a noi l’amore del Signore. In questa sera possiamo vedere in Luigi quell’atleta che non corre solo per conquistare “la corona che appassisce”, ma quella che dura per sempre. Ora in questa sera abbiamo pregato per lui, ma sono certo che lui continuerà a pregare per noi. Lui che un po’ ribelle lo è stato (almeno sentendo i suoi racconti), ma che nella vita non si è mai dimenticato di amare: amare la sua famiglia, amare il prossimo, amare tutti i ragazzi che ha allenato e ha visto passare da questo campo e di cui sempre si è preso cura. Fratelli e sorelle, questa sera la nostra fede ci spinge ad andare avanti, senza stancarci. Continuiamo ancora noi perseveranti nella corsa, non per dimenticarci di questa scomparsa (perché non è ciò che vogliamo fare) che per la nostra vita non può essere semplice e non facendo finta che il dolore passerà (perché non è così), ma perché Gigi è salito in Cielo lasciandoci la sua testimonianza, l’esempio che si può andare avanti in un certo modo, continuando a dirsi che la strada giusta è questa, anche se comporta un po’ di ribellione, ma che ci dona il coraggio di amare.